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Le Poesie di Roberto Marzano


GOCCIOLINE

 

Goccioline piccole, stupide,
con tante parole, non sono mai artefici,
se non di liti nevrotiche,
per maglie rigate o davanti ai semafori … Stupidini, piccole gocce,
attenti ai vestiti,
ma incuranti degli “occhi blu”,soffron se non cambiano i mobili,
diventan nervosi
e su l’autobus … spingono! 
Goccioline sulla fronte
che il braccio, ogni tanto, manda via,
soldatini, un po’ stagnanti,mi fanno tenerezza,
anche se sono assenti,
goccioline, sopra un vetro,
scivolando van giù … Soldatini, sempre al fronte,
come francobolli su lettere in bianco,
goccioline in uno stagno,
strette-strette-strette,
per non prendere freddo,
goccioline in nuvole gonfie che cadono giù … Piccoli soldati stagnanti
che vanno a svagarsi con le loro automobili,
che hanno ben spolverato,
prima di stare in coda,
con piumini ridicoli … Soldatini di stagno, piccoli,
non sono mai, invero, quello che sembrano :
i poveri appaiono splendidi
e i ricchi, tra stracci, l’oro nascondono … Ma non pensar, che goccioline,
sian tutti gli altri, fuori che te,
guardar se stessi mette paura,
farlo alla gente consola un po’,siam tutti gocce, dentro a un vaso,
che, da lì a un po’, può traboccar,siam gocce, ma … non ci vogliamo bagnar !

RICORDO DELLA RIVIERA LIGURE

 

Chissà se l’ha capitoche sono una ragazza
oppure è proprio per questo
che si accanisce ottuso
a manganellarmi a peso morto
la sua rabbia in faccia …A vomitarmi addosso urla d’odioe calci nella pancia
con il suo anfibio nero,
che nel sangue sguazza
e sul mio corpo,follemente, 
impazza … Indifeso oggetto,
 in balia della sua vendetta,
forse per un bacio non concesso,
o una sculacciata ingiusta di sua madre,
io “cagna rossa”, ”troia comunista”, 
non so se, da questo sacco a pelo, 
ne uscirò viva,
se tornerò domani alla mia Brema
oppure morirò per le ferite o per paura … Tutti gridano li intorno, 
è un bastonar con cura,
si picchiano i pensieri, 
si rompono le braccia …

LA MIA GENOVA

Si, vabbene! Il mare, il pesto, Grillo, Govi, la focaccia,
la cadenza portoghese e la mimosa in fiore,
centro storico più grande, ospedale, cimitero,
liberata (si fa per dire) “paraponzi-ponzi-pero”… 

Ma … la mia Genova non è come la vostra,la mia Genova ha il vento nelle ossa, carta nelle scarpe, non cartoline,
terra nelle unghie ed il cuore pien di spine …
La mia Genova contempla esterrefattale botte venute giù come tempesta,
nel buio atroce di una scuola,
manganelli che facevan festa
lasciando echi di urlae un denso sangue nero,
un nuovo tipo di pesto:
“modello ospedaliero”… 

No! La mia Genova non è come la vostra
è tutta una salita, non ha nemmeno una discesa,
non ha banche sotto casa e fa fatica a far la spesa
perché la mia Genova è salata, non conosce salotti,
e chiama pranzo, o cena, il latte coi biscotti … La mia Genova è di un ragazzo,un novello “Perasso”,spalmato sull’asfalto, piccola piuma come tante,nel ricacciare indietro l’alito pesantedi assurde carabine vomitanti … La mia Genova non si sente sola
e anche se di notte piange, sulle braccia viola
si compenetra nel mare, si fa onda,
e sugli “ospiti sgraditi” non si confondeperché la mia Genova si fa molte domande e di fronte all’idiozia …stende le sue mutande!!!

Note
Roberto Marzano (Genova 7 marzo ’59), cantautore della nuova “Scuola Genovese”, musicante istrionico, giocoliere delle parole, novello poeta …- "Premio Nazionale Fitel " 2002 per la "Poesia solidale" ricevuto a Praiano (Sa) e a Roma- Vincitore di una tappa del "Campionato Provinciale di Poesia" a Camogli (Ge) -2002
- 1° dei selezionati per la "Festa della Poesia" a Palazzo Ducale di Genova a cura del quotidiano"Il Secolo XIX" -2001
- Vincitore del Concorso “Navigare Nelle Parole” della rivista letteraria “Il Filo”- 2002 - 2° classificato al Concorso letterario  “L’arcobaleno della vita" a Lendinara (Ro)  Roberto Marzano
“EXTRACOMUNICANTE”“La mia Genova non è come la vostra è tutta una salita, non ha nemmeno una discesa,  non ha banche sotto casa e fa fatica a far la spesa …”Roberto Marzano, “extracomunicante” … Ovvero l’uscire dal linguaggio della canzone d’autore per passeggiare in quello più libero della poesia.Un originale e graffiante cocktail di parole e versi, in bilico tra l’ironia e l’impegno, la satira (talvolta anche molto cruda) ed il gioco con una spruzzata di accattivante surrealtà!