Le Poesie di  B.Love
        
        Bagliori
        
        Nella Vitusta Dimora,
        il passar delle ore,
        scandite dal suono ,
        di niuno rumore.
        
        Su quel volto sfigurato,
        dal dolore e fitti dubbi,
        sulla morte, sulla vita,
        sul Signore, su quel che crebbi.
        
        Non v'è traccia di ritegno,
        ne parole d'esultanza,
        niente fiori nel suo regno,
        ne finestre nella stanza.
        
        In quor suo tutus Le deve,
        tutto cio di cui abbisogna,
        mentre passar cadente e lieve
        vede il cammin della sua vergogna.
        
        Sorte ! Di cui nissun s'avvede,
        rinchiuso tra queste mura,
        favellar sul fato, su cio che si deve,
        a pagar il prezzo della paura.
        
        Ma fioca come'n faro,
        nella notte della vita,
        nel silenzio, un forte sparo,
        dalla folla, un dolce grido.
        
        Ora è forte e squarcia il cielo,
        un boato, non più un grido,
        al suo passo l'odio tace,
        dove passa, il pianto è sorriso.
        
        E' una Fede dirompente,
        tutto brilla nella stanza,
        ogni male divien silente,
        al passar della Speranza!
        Desiderio 
        Quel visor inverecondo, 
        da sta cima mirerai, 
        non è stran, v'esso èl mondo, 
        rio di glorie, onor e guai. 
        
        Tante menti sorgeranno 
        ed allora sarai là, 
        per portare: Desiderio, 
        prodigando falsità. 
        
        Tu vivrai le molte vite, 
        seminando cambiamenti, 
        programmando trame ordite, 
        per ignobili e talenti. 
        
        Rosicchiando di talvolta, 
        l'ego buio, giammai represso, 
        da tant'anni d'astinenza, 
        di follia, bagordi e sesso. 
        
        E sarai presso di loro, 
        là, sparuta tra le foglie, 
        quando tutto si concede, 
        soddisfar le proprie voglie. 
        
        Bel lavoro quello tuo, 
        logorando i sentimenti, 
        con quel tocco: 
        
         Desiderio!
        
        Avveleni grandi menti. 
        
        Così avranno desiderio 
        d'elevarsi dalla massa, 
        Brameranno grandi vite, 
        più di quel che'l fato passa. 
        
        E le guerre scoppieranno 
        per combattere'soprusi, 
        ma le genti che cadranno? 
        Ingannati, sciocchi illusi. 
        
        Certe cose si faranno 
        per la sete di conquista, 
        'sò; non serve che ti spieghi, 
        tu per quella sei un'artista. 
        
        Parlerai la sola lingua, 
        dell'orgoglio e del potere: 
        tua la strada dell'oblio! 
        Tua la fiamma del sapere! 
        
        V'è però'no strano fatto 
        Tu, regina della storia, 
        che sebben le molte doti, 
        del tuo nome, mai memoria. 
        
        Non è pace, non è amore 
        non ti sia di frustazione, 
        nella lingua degli umani, 
        quello tuo è Ambizione.
        
        Come fausto Tonna
        
        ...Seppi ov'è colui che scorge,
        quel tuo guardo non si poserà lontano
        non più in là dove'sole sorge,
        folle schiavo, di quel fol sovrano.....
        
        Viandante. Meco nell'aspetto;
        molte verità alla sua corte,
        un vissuto degno di rispetto,
        abbandonato là, alla sua sorte.
        
        Chi fu mai cagion dei tuoi mali!
        Chi logorò i tuoi nervi!
        Tu, selvaggio tra gli strali
        ed ora servo de tuoi servi.
        
        In un attim, quella gloria,
        trapuntata di diamante,
        ne divenne onta amara:
        il fardello di un brigante.
        
        Per gli amici e conoscenti,
        non esisti oramai più;
        quei favori e quei piaceri ,
        solo semplici virtù.
        
        Ma nel mentre avrai perduto
        ogni goccia di speranza;
        ogni grida, ogni aiuto,
        si son persi in ver la stanza.
        
        Proverai qualcosa dentro
        che riemerge dalla sabbia,
        la vedrai volare in alto:
        la tua spada è la tua rabbia
        
        Sarà allora che l'orgoglio
        alzerà teco da terra,
        sarà allora che dovrai
        principiare la tua guerra.
        
        Niente pena del nemico,
        non più pace alla tua corte,
        pagherà chi ti ha tradito,
        il tuo odio ti fa forte.
        
        Chi ti dava per finito,
        chi godeva di disfatta,
        cadra or, sotto'l tuo dito
        e giustizia sarà fatta.
        
        Così'nfine avrai vendetta,
        per i torti ne'tuoi affari
        e n'attesa senza fretta,
        dell'abbraccio de'tuoi cari