Le Poesie di Maria Loguercio 
        MIRAGGIO LIBERO
Lavorare, ritrovare,credere e disfare;
        nel grigio tristedi una porta, nell'oscurarsi dei viali,
        c'è ancora gente. C'è ancora aria inutile. 
        Ci si vuole abbandonare
        ad un'altra spiaggia. 
        Ho perso di vista
        la libertà. È tutto come per morire qui,dentro, 
        nell'intoccabile tenda di equilibri già disfatti. 
        È tutto come per morire e risvegliarsi
        nell'incubo di una sfida ai primi del mondo.
        Nelle ombre; nelle ombre di questa pampa
        all'alba; quando  le luci restano in sospensione per
        costringere i chiaro-scuri più opachi.
        A riprendere il volo o ad 
        interrarsi nelle terre bruciate.
        A morire o a rinascere.
        A temere l'annientamento
        in una lotta che sa stremarti.
        In una guerra che ti spegne lentamente. 
        Lungo il segnalibro di
        mille e folli notti
        sconfinate. 
        Vorrei raggiungerlo e sorpassarlo, stringerlo e lasciarlo. 
        Come gli indifferenti.
        Nelle venature spesse, mature; forti;
        si perde il solo desiderio
        di aprire gli occhi  ad un'altra finestra.
        E mi vien da dire : "Eccoil mare.".
        
        Oggi pomeriggio "La Musica"
Che io viva la musica e nella
        musica, l'ho sentito dentro
        di me in un pomeriggio estivo
        anni fa. Si associavano leemozioni più forti, si alleavano
        e diventavano
        come le nubi di condensazione nel tramonto di settembre.
        Volavo in un cielo di chitarre e sogni americani;
        vedevo i deserti e le autostrade
        che si facevano largo nei miei sensi,
        lungo le sinapsi più veloci: nascono così gli stati
        d'animo più effimeri.
        I più belli.
        ora, qui, ecco,
        mi sembra di tornare indietro,
        poi lì davanti, sempre di corsa;
        cerco la strada migliore.
        Vomito di incomprensione
        per tutta la staticità che,
        puntualmente, mi aspetta, mi dà
        la caccia.
        Corre.
        Chi ferisce lo fa
        con un'arma che non possiede
        personalmente; va da chi sa,
        si lascia consigliare
        in preda all'umiltà.
        Poi vince.
        Credi di aver perso,
        poi, uno sguardo sereno ti incanta solo per
        un secondo;
        ti lancia dritta nell'universo,a volare;
        poi,
        il mare si siede,
        ritrova la sua pace e ti dice che non è mai troppo
        buio per brillare;
        poi,
        una chitarra
        si lascia toccare fino a  trasalire,
        fino a scomparire
        dentro se stessa,
        fino ad annullare
        il resto di quello
        che mi rimane da
        pensare...
        
        Un pensiero, una strada, una sola sera,
        in un unico suono. 
 Ed io, qui, ecco,credo di poter essere ancora felice...
        
        Accanto (nelle foglie)
In questo modo io
        canto e scarto le foglie perdute.
        Credi di poter allontanare
        le paure eppure
        lì ti aspetta l'indigenza
        d'animo e
        le quiete sere di tormento...
        Anche se fuori c'è
        la pace... E
        i fiori
        non ancora
        sbiaditi.
        Rotolarsi in attimi impenetrabili
        come se fossero risvolti
        di tenere storie
        passate... A
        morire di tempo perduto,
        di scogli mai nati.
        Ah, le parole! Quanto
        male portano... Quanto sole
        scoprono...!
        E' un'enorme lastra di odori
        fortunati. E' un gigantesco quadro
        di ghirlande
        alla nocciola.
        Eh! Le strade che si perdono...
        Si perdono nel
        solo desiderio di sparire
        e ricominciare.
        Lontano.
        Vicino a nuovi orizzonti e a nuove scalinate di razionali deliri.
        Accanto ai miei sensi, nell'oscuro distendersi dei solidi pensieri,
        sotto una tempesta di stelle.
        In una pioggia di fili d'erba.
        
        Sponde
Come le sponde arginate dal solitario regime,
        in un’animainnevata dai lenti e gracili sospiri.
        Ci sono solo ossa d’addio,solo venti ormai deboli;
        ci sono gridi di gioia lontani,
        e profumi di ricordi in delirio…Come le fogliedel passato che
        sembrano cadere giù, ad oltranza,
        nell’autunno più gelido.
        Quanti attimi intensi,e quanti fiori
        porteranno puntualmente parole e fragranze
        al cospetto della rimembranza…E’ l’ora dei commiati;ma le mani con tremore
        si elevano, smarrendo ogni ricordo.
        Nelle strade e per i viali si odono voci:
        il fumo e le carovane della vita si allontanano. 
        Come le sponde trafitte dai sassi mai lanciati,
        dai fuochi che, soffiando tra gli arbusti,
        scioglievano nel sole il sapore della vita.
        
        Fuggire
Ho provato le illusioni,le risate e le magie;
        sono nate tante idee,come fiumi tempestosi che raggiungono il riposo.
        Fuggi,
        perché non sai dove sia lontano.
        Fuggi,
        perché non vedi dov'è il sole...
        ...e dov'è che si fugge...? 
        Dove si va quando si piange o quando si sogna...?
        Sono solo idee,sono solo ombre:
        ti portano dentro l'anima del vento,
        ti ci lasciano e ti sprofondano dentro...
        Fuggi,
        ché nessuno è arrivato ancora...
        Dubita,perché il dubbio è la catena delle stelle..
        Ama,perché amare è lì,nel fondo...
        E' dove vorresti che fosse il Sole,
        è dove non arriverai mai.
        
        Note dell'autore:
Poesia tratte da una raccolta di 50 poesie intitolata "Diario di un infinito viaggio".