Le Poesie di P. Marrolo
        
        Nuvole
        
        Nuvole sul sole,
        foglie ibernate,
        balconi ghiacciati dal vento,
        stan sole,
        le donne,
        su scalinate di piazze deserte
        attendono formiche di passaggio,
        non più il sole,
        nemmeno dopo una tempesta,
        la cupa cresta
        di un gallo malato
        ne annuncia le gesta,
        del sol che scende
        a chi vivo si accende,
        miccia di rivalsa sull'aria maledetta
        il silenzio della parola
        tessuta nella mente
        è avversa al destino
        di cauta gente...
        Ad un angolo spetta,china,la donna...
        
        Nessuna figura bagnata
        oltrepassa la soglia,
        deviata è la voglia :
        nessun dorme,
        nessun si sveglia!
        Canta oh gallo malato
        ai sordi del fato!
        
        Muore in silenzio
        a bocca spalancata
        il desiderio gravido
        nella piazza dannata
        Non più donne
        solo anime
        sediono stanche
        da qualche parte
        e scoppia il cuore
        nel buio, nel marmo,
        nelle stanze di cucina
        da poco imbiancate...
        
        Sei fermate alla periferia
        Otto nella mia mente
        Fuori dal Sette
        le anime eclette
        tornano a dieta
        fingendosi pietra :
        passi lunghi e falsi
        graditamente.
        
        L'amore...
        
        Non posso io capir
        se tu lo faccia in bene,
        il cuor solo può dir
        quant’io sia arcane,
        se si spera e non si giunge,
        io per primo, fossi raro,
        me ne vado senza urge.
        
        Se amar in due non puote
        che sol’io il giorno piange,
        andar via la testa scuote
        che un addio il cuor mi tange,
        certo che io son strano,
        potrei andare a Nord,
        a lasciarmi prendere la mano.
        
        Ma non capisco cosa,
        la mia mente sorda,
        nell’io suscita e riposa,
        ma riposa veramente?
        non credo sia galante
        dire ciò che non si ha in mente.
        
        La realtà però mi impone
        di essere sempre,
        o a volte, lontano,
        da ciò che la vita
        in me ripone,
        così da essere un po’ felice,
        se vuole o se permette,
        in ciò che più non lice.
        
        Eppure ho sognato
        ed anche se l’ho fatto
        la natura mi ha cullato
        no in potenza ma in atto,
        e ridendo poi mi chiesto
        “Cosa credi oh mortale
        la tua vita adesso è questo?
        
        Ancora non capisci
        che ciò che più hai amato
        Nel domani non udisci?
        Cresci e sii distratto,
        corri e non fermarti,
        agisci nel pensare
        che nessuno può amarti!
        
        L’amore non esiste,
        e chi dice il contrario,
        non sa che in noi persiste
        un po’ di straordinario,
        ché i piaceri che noi proviamo
        da questo è superato...
        e prova a lor chi siamo!”
         Soffia vento
        di color respiro,
        porta via questo sorriso,
        laggiù in terre assurde,
        patria di tante sconfitte,
        memorie di ricordi
        persone trafitte,
        da forze conosciute,
        accantonate dal dolore?
        
        Soffia vento
        
        di aride emozioni,
        lascia le mie canzoni ,
        trascina i pensieri,
        a me segreti,
        mischiati ad Aria
        leggi i suoi misteri,
        di tante genti possedute,
        comparse del dolore?
        
        Soffia vento
        ancora sulla mia persona,
        vento di aria sana,
        portami al di là
        delle cose apprese,
        giungimi forte
        cancella le offese,
        astienimi dal parlare,
        e dal chiamar dolore?
        
        Soffia vento
        ma non sulla mia anima,
        corrosa e amata?
        Ho visto il cielo..
        
        Ho visto il cielo in crisi
        
        l'ho chiamato e vi ho parlato,
        la sua grandezza era così,
        maestosa, da farsi ascoltare,
        immune ai miei sguardi
        persi in un orizzonte infinito,
        mi parlava di assurde vite?
        
        e nulla veniva capito dalla
        mia mente, ingerivo i suoi
        insegnamenti senza ragionare,
        la ragione era perduta, i
        grovigli nervosi
        non avevano lasciato
        spazio?
        
        neanche il passato veniva
        a far torto, lasciava
        la sua importanza
        a qualcosa di più grande
        che sembrasse innaturale,
        che scrutasse il mio ascolto,
        senza farmi causa?
        
        e ascoltando mi persi,
        sì, mi persi,
        un mondo di nuova sofferenza,
        soffocato dalle parole
        del cielo
        mi veniva incontro e
        mi chiedeva il nome?
        
        sapeva tutto
        tranne il mio nome,
        il perché non me lo chiesi,
        stetti a cuor aperto
        e feci di me
        il servo del cielo,
        quanto odio correva?
        
        io sapevo il suo nome,
        era bellissimo
        e lo pronunciai mille
        e tante volte senza respirare,
        era magnificenza,
        mi lasciai trasportare
        il suo vento sì veloce?
        il cielo mi strinse,
        mi accarezzò come bambino,
        rivolse le sue lodi,
        mi comprò col destino,
        e fui battezzato dal suo vapore
        per offuscare i miei peccati,
        tanti peccati?
        
        non avevo domande,
        solo risposte,
        ed egli mi uccise
        con facilità infantile,
        mi prese al cuore,
        e corrose le mie arterie
        fino a scoppiarle?
        
        da complicati divennero
        banali, i suoi discorsi,
        e io non capii più
        il verso, non era quello,
        ma, neanche l'altro
        era giusto,
        e tolsi il mio sguardo dal suo?
        
        arrivò il buio alla sinistra
        e la luce a destra, e al mezzo
        non vi era niente,
        così il cielo iniziò
        ad agitarsi per entrare in crisi,
        per una volta ancora uscii
        vincitore?
        
        Avrei avuto bisogno di lui,
        e mi convinsi anche del contrario,
        poi tutto si spense
        ed io andai via,
        non volevo neanche lui,
        e arrivò la mia prima domanda,
        come un bambino:
        perché?